Pesca, una ricerca della Flai per tenere insieme ambiente e occupazione

Sostenibilità energetica, sociale ed economica per guardare al futuro 

Salvare il pianeta, il mare, il lavoro. Sono queste le tre priorità alla base della nuova ricerca della Flai Cgil, sviluppata nell’ambito del Programma nazionale triennale della Pesca e dell’Acquacoltura 2022-2024 adottato dal Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali, che sarà presentata venerdì 11 ottobre alle 10 presso il Centro Congressi Cavour, in via Cavour a Roma. ‘Sostenibilità energetica e sostenibilità sociale ed economica della pesca’ è il titolo dello studio commissionato dal sindacato dell’agroindustria della Cgil e condotto dal biologo marino Franco Andaloro su temi di stretta attualità come quelli ambientali, in un’ottica della tutela dell’occupazione, delle zone costiere e marine. Con la Flai ci saranno Legacoop Agroalimentare, Confcooperative, FrdAgriPesca, Aero, AGCI-Agrital, Consorzio Mediterraneo Scarl, FederPesca, Etf e le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Flai Giovanni Mininni.

“Incrementare la produzione di energia pulita e meno inquinante, non è più un auspicio ma una necessità – spiega Antonio Pucillo, capo del dipartimento pesca della Flai Cgil – Siamo e saremo sempre convinti che alla base delle soluzioni ci sia il dialogo e il confronto, come siamo altrettanto certi che sia necessario cambiare registro per salvare il nostro ambiente e il nostro mare. Ma allo stesso tempo, non vogliamo che nessuno rimanga indietro o emarginato in nome del progresso o di un bisogno urgente. Anche perché la pesca soffre dei cambiamenti climatici alla stessa stregua di altri settori produttivi come ad esempio l’agricoltura”. La ricerca è anche l’occasione per affrontare un tema quantomai attuale come quello dell’impatto socio-economico dei futuri parchi eolici marini. “Due esigenze, entrambe necessarie – sottolinea Pucillo – quella di produrre energia da fonti rinnovabili, per contrastare il cambiamento climatico e non fare più ricorso alle fonti fossili ma a quelle naturali del sole e del vento; e quella di continuare ad assicurare un ambiente di lavoro fruttuoso ai pescatori, mitigando gli effetti di una grande opera come quella del parco eolico offshore”.

“Ambiente e lavoro possono, devono stare insieme. La giusta transizione ambientale e sociale è una sfida cui non ci può sottrarre – avverte il segretario Mininni – con l’obiettivo di un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro, i diritti e la sostenibilità. Una direzione di marcia che sia capace di coniugare la lotta al cambiamento climatico con la buona occupazione, e la decarbonizzazione dell’economia con la qualità delle produzioni e dei consumi. Se da un lato l’urgenza di conseguire gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile è la constatazione del fallimento dell’attuale modello produttivo, dall’altro siamo a una delle ultime chiamate che abbiamo a disposizione per far sì che un altro mondo sia davvero possibile”.


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