Pesca. Fai, Flai, Uila, preoccupazione per i tagli previsti nel Decreto clima

“Esprimiamo forte preoccupazione per un provvedimento che andrebbe a colpire gravemente un settore che quotidianamente si confronta con i problemi della sostenibilità ambientale e che punirebbe ingiustamente i lavoratori della pesca, mettendo a rischio, tra l’altro, l’unico strumento di sostegno al reddito attualmente previsto che è quello relativo all’indennità giornaliera per i periodi di fermo biologico obbligatorio imposto ai pescatori per tutelare le risorse ittiche”.​
Così dichiarano Fai-Flai-Uilapesca in merito alla bozza del cosiddetto “decreto clima” che prevede il taglio del 10% nel 2020 fino al totale azzeramento entro il 2040 dei sussidi considerati “ambientalmente dannosi”.​
“Il Sindacato da anni lotta  per avere un ammortizzatore sociale stabile che intervenga nei periodi di sospensione dell’attività lavorativa per cause indipendenti dalla volontà del datore di lavoro, a partire dal maltempo che, anche in ragione dei cambiamenti climatici, provoca sempre più incidenti e vittime in mare” proseguono i sindacati “Sarebbe quindi indispensabile, prima di parlare di sussidi ambientalmente dannosi, introdurre misure sociali strutturate a favore dei pescatori che potrebbero anche diventare protagonisti in tema di tutela e pulizia del mare  dalle plastiche”.​
“Negli ultimi decenni l’occupazione nel settore è calata del 50% a causa della miopia di politiche comunitarie e nazionali volte esclusivamente alla sostenibilità ambientale senza valutare gli effetti nefasti che queste avrebbero provocato a livello sociale ed economico” concludono Fai, Flai e Uila Pesca che rivolgono un appello al governo: “alle rassicurazioni del ministro Costa rispondiamo con la richiesta di consultare le parti sociali e i ministeri competenti  prima di decidere quali siano i sussidi dannosi e quelli sostenibili, mentre al ministro Bellanova chiediamo di rivolgere un’attenzione speciale ai lavoratori della pesca che sono tra i soggetti più fragili del mercato del lavoro e di avviare una efficace interlocuzione con le parti sociali per costruire insieme un vero equilibrio tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica per il settore”.

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