Pesca. Ancora un morto sul lavoro. Emergenza sicurezza

Parlamento e Governo intervengano tempestivamente su TU 81 e ammortizzatori
“La morte del comandante del peschereccio “‘Eugenio Costa” al largo del porto di Trani ci riporta la drammatica attualità degli incidenti mortali nel settore della pesca. Non è possibile parlare ancora una volta di tragica fatalità, bensì è necessario denunciare con forza le condizioni estreme in cui si lavora in mare”. Lo dichiara Sara Palazzoli, Segretario Nazionale Flai Cgil. “Il settore della pesca è ad oggi tra i più esposti in termini di sicurezza, anzi di mancata sicurezza. Infatti per i lavoratori della pesca, nonostante numerose battaglie e una importante raccolta di firme, ancora non si applica il T.U. 81 del 2008 su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, tale materia, infatti, è coperta da una legislazione vetusta e quanto mai inefficace. Inoltre manca un sistema strutturale di ammortizzatori sociali in grado di coprire la sospensione dell’attività e che avrebbe effetti positivi sulla sicurezza sul lavoro e sulla salvaguardia di vite umane. Oggi, infatti, chi vive di pesca per realizzare un reddito seppur minimo va in mare con ogni condizione metereologica, a rischio anche della propria vita. Per questo ribadiamo che norme sulla sicurezza e ammortizzatori si debbano incrociare per dare effettivi risultati. I lavoratori della pesca non possono continuare ad essere degli invisibili ma hanno diritto a pari dignità con tutti gli altri lavoratori. È necessario che Parlamento e Governo intervengano tempestivamente, poiché già troppo tempo è stato sprecato”.

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