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Morire per una ciocca di capelli, Balì Flai Cgil: “Siamo al fianco di tutte le donne che si battono per difendere i propri diritti”

Si può morire, nel 2022, per una ciocca di capelli ribelle. Si resta senza parole di fronte alla tragedia di Masha Amini, massacrata di botte dalla cosiddetta ‘polizia morale’ di Teheran. Le proteste che si stanno susseguendo in Iran e anche nell’universo della rete non si fermano. Il segno che ci sono dei confini che non possono essere superati, le leggi della sharia care alle dottrine più retrive della religione islamica vanno tagliate come le ciocche che vengono tagliate da migliaia e migliaia di donne che non vogliono dimenticare Masha. “Siamo al fianco di queste donne e del loro coraggio – dichiara Tina Balì, Flai Cgil nazionale – così come di tutte le donne che si battono quotidianamente per difendere i propri diritti, ogni volta che vengono attaccati o messi in discussione. Ci uniamo al coro di quanti in questi giorni stanno chiedendo alle autorità iraniane di porre fine alla violenza contro le donne, che devono poter agire le loro libertà fondamentali”.

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