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Lavoro e rischio calore, diritti e cassa integrazione

L’esposizione al calore può comportare malori anche gravi e aumento del rischio infortunistico. Nel periodo estivo dove si registrano temperature eccezionalmente elevate i rischi per la salute aumentano considerevolmente.

Pertanto, devono essere predisposte opportune misure di prevenzione che riducano al minimo i rischi dovuti alle ondate di calore che possano incidere negativamente sullo svolgimento dell’attività lavorativa, provocando conseguenze importanti sulla salute, malesseri o anche infortuni. Particolarmente esposti al rischio in questione sono i lavoratori che svolgono l’attività lavorativa all’aperto, come avviene in agricoltura e nella manutenzione del verde, coloro che sono impegnati in ambienti chiusi senza ventilazione adeguata.

Gli altri fattori importanti che aumentano il rischio sono il lavoro nelle ore più calde e soleggiate (14:00 – 17:00), le mansioni che richiedono attività di inteso sforzo fisico, l’ubicazione del luogo di lavoro, le caratteristiche di ogni lavoratore come l’età, lo stato di salute e il genere.

Diritti del lavoratore

Il datore di lavoro deve:
• informarti sugli effetti del calore 
• controllare temperatura e umidità 
• predisporre aree di riposo ombreggiate organizzare orari e turni di riposo 
• mettere a disposizione acqua fresca 
• evitare lavori isolati

È prevista la Cassa integrazione per eventi meteo “Cisoa” per gli operai agricoli a tempo indeterminato. Le imprese possono richiederla all’Inps:
• quando il termometro supera i 35° centigradi 
• in caso di temperature anche inferiori ai 35° ma “percepite” come elevate (es: particolari lavorazioni, elevato tasso di umidità) 

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