STOP GENOCIDIO

Lavoratori migranti colpiti da sassi mentre si recano a lavoro

“Ieri mattina, dei lavoratori sono stati vittima dell’ennesima aggressione, sono lavoratori che vivono nella vecchia fabbrica abbandonata in via Manfredonia, utilizzano lo stabile abbandonato, per dormire e per provvedere alle proprie necessità.
Dalla “fabbrica” si recano al lavoro in bicicletta, una piccolissima comunità di poche decine di persone che lavora nei campi della Capitanata, senza caporali, per scelta. Contattano direttamente i datori di lavoro, e si recano sul posto di lavoro, dove fanno il proprio dovere”. Lo denuncia la Flai Cgil Foggia in una nota.

“I lavoratori sono stati vittima di una sassaiola ad opera di sconosciuti, non è la prima volta, solo che questa volta alcuni di loro sono stati gravemente feriti, dopo l’intervento del 118 e le cure del caso, hanno opportunamente presentato denuncia alle autorità competenti. Appare evidente, che il clima di odio fomentato anche da azioni di forze politiche che fanno della discriminazione razziale verso gli immigrati che vivono e lavorano in questa Provincia, l’unico impegno politico concreto, dimenticandosi delle difficoltà che i cittadini vivono ogni giorno, addossando qualsiasi responsabilità alla presenza di persone extracomunitarie. E’ notizia di oggi del sequestro ai danni di esponenti di Forza Nuova di un arsenale imponente, corredato persino di un missile terra-area”.
“Ci chiediamo – conclude la nota – cosa dovrà succedere ancora, per comprendere la gravità del clima, e di quanto sta accadendo quotidianamente nelle nostre città, Foggia inclusa. Auspichiamo che le forze dell’ordine facciano piena luce sull’accaduto e che siano individuati i colpevoli di questa azione punitiva al pari di squadristi di non troppo lontana memoria. Altresì, confidiamo in una reazione politica e culturale di un territorio che può e deve riacquistare la giusta dignità, ed il giusto rispetto, non possiamo essere caratterizzati da azioni di questo genere. La capitanata è terra di accoglienza, e di integrazione, è terra di lavoro e di lavoratori, non può essere il colore della pelle la discriminante”.

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