Info Regolarizzazione : l’esperienza del Numero Verde della FLAI

Bouchra Charraki, Emmanuela Peace Osei, Sonia Kaur, Viola Huzynets, Melinda Akakpo, Federica Antonecchia: queste le 6 operatrici che negli ultimi due mesi hanno risposto a migliaia di telefonate fornendo un primo aiuto e le indicazioni per districarsi nella complicata matassa del provvedimento sulla regolarizzazione.

Il numero verde è stato attivato dalla FLAI Nazionale il 1 giugno 2020, dal lunedì al venerdì, con 6 lingue disponibili: inglese, francese, italiano, arabo, russo, punjabi.

Oltre 4000 lavoratori hanno contattato il nostro numero per informazioni e richieste di aiuto.

Le prime due settimane hanno visto una attività molto intensa, con centinaia di telefonate in particolare per l’italiano. Nei primi giorni ci sono state moltissime richieste di informazioni anche da parte di datori di lavoro che non avevano canali informativi circa le modalità attraverso cui avviare la pratica di regolarizzazione per i lavoratori.

Diversi sono i problemi che sono stati posti al numero verde, in gran parte connessi alle somme di denaro da pagare. Il primo riscontrato è stato quello relativo alla modalità di accesso alla regolarizzazione: il pagamento della somma di € 500 da parte dei datori di lavoro per avviare la pratica di regolarizzazione secondo il comma 1 è stato un enorme deterrente alla possibilità di tanti lavoratori di beneficiare del provvedimento.

Tantissimi sono stati i lavoratori che hanno raccontato di aver pagato di tasca loro l’importo pur di poter avviare la pratica, poiché il loro datore di lavoro non era disposto a farlo.

A questo si sono aggiunte le numerose telefonate in cui i lavoratori hanno denunciato di essere stati indirizzati da presunti “mediatori” per avviare la richiesta. Spesso i datori di lavoro, ma anche i consulenti, hanno indicato ai lavoratori stranieri queste figure, veri e propri sciacalli, faccendieri senza scrupoli che hanno richiesto somme di denaro fino a 10 mila euro ad ogni lavoratore per far avere loro un contratto di lavoro e poter accedere alla regolarizzazione.

Queste pratiche illegali sono purtroppo piuttosto diffuse, al nostro numero verde sono arrivate più segnalazioni dalle province di Latina, Foggia, Caserta, Palermo, Salerno, Cuneo.

In tante telefonate è stata messa in campo dalle operatrici non solo la capacità di fornire informazioni, ma anche, e forse in alcuni casi in maniera preponderante, la capacità di ascolto e di fornire soluzioni alternative al ricatto ed alla vessazione.

Il numero verde è riuscito ad indicare una strada alternativa e legale a chi ha chiamato disperato perché non poteva permettersi di pagare 6, 7, 8 mila euro e non sapeva come poter fare.

La mancanza di chiarezza in merito alle sanzioni possibili a carico del datore di lavoro è stata senza dubbio un elemento che ha frenato molto l’applicazione del provvedimento. Il vergognoso ritardo accumulato dal Ministero del Lavoro nell’emanazione della circolare applicativa su questo tema ha creato un sottobosco di disinformazione e raggiri. Anche in questo caso un ruolo non di secondo piano è stato giocato dai consulenti, che in molti casi hanno consigliato ai datori di lavoro di non avviare procedimenti di regolarizzazione, perché poi sarebbero stati costretti a pagare multe onerose.

Abbiamo avuto anche segnalazioni di difficoltà con diverse Questure, dove le pratiche di emersione sono state respinte dopo averne verificato la fattibilità ed aver avviato l’iter. In corso d’opera, dopo una iniziale reticenza piuttosto evidente, molte Questure hanno corretto il tiro e modificato la linea di condotta rispetto all’applicazione del comma 2.

Info Regolarizzazione ha significato uno strumento ulteriore per raggiungere i tanti lavoratori irregolari del nostro Paese. Riteniamo sia stata un’esperienza significativa che ha aperto un canale di comunicazione ed informazione diretto con tanta parte di lavoratori migranti, grazie alla felice intuizione di attivare sei lingue contemporaneamente e dunque permettere a tutti di potersi esprimere nella propria lingua. Un elemento questo che gli stessi lavoratori hanno apprezzato nei colloqui avuti con le operatrici.

E’ inoltre emersa con forza la necessità di avere informazioni chiare e semplici sulle norme e sulla loro applicazione, ed in questo è stato fondamentale il supporto che in questi mesi le compagne ed i compagni dei territori hanno fornito, tenendo un contatto diretto e continuo anche per trovare soluzioni a singoli casi specifici.