Gruppo Kipre. Flai Cgil, preoccupati per futuro lavoratori

Sorpresi da decisione di avviare un percorso con un concordato o una vendita

In queste giornate di festa apprendiamo dalla stampa che il Gruppo Kipre, una delle realtà leader nella lavorazione del prosciutto San Daniele, ha deciso di interrompere un percorso di rilancio dei propri marchi costruito con sinergie economiche pubbliche e private.

“Queste sono le eccellenze italiane che danno valore aggiunto al sistema paese, vale per loro e per altri marchi: non è comprensibile che si arrivi al limite della rottura di un ciclo produttivo, per poi intervenire con un ridisegno di strategia industriale che rischia di diventare la soglia dell’impoverimento nella catena di trasformazione di questo prodotto nel nostro paese”. Lo dichiara Marco Bermani, Segretario nazionale Flai Cgil.

“Il Made in Italy non può essere solo uno slogan e la salvaguardia dello stesso è la costruzione di equilibri forti tra l’origine del prodotto, la sua trasformazione e la sua vendita. La difesa delle produzioni italiane passa solamente attraverso la difesa del lavoro e le eccellenze dei lavoratori che fanno grande un prodotto. La Flai Nazionale è vicina a tutti i 500 lavoratori del Gruppo Kipre che, dopo la comunicazione tramite stampa della famiglia Dukvecich nel periodo natalizio, sono rimasti sorpresi e preoccupati. La decisione di cambiare strategia imprenditoriale sul gruppo ed avviare un percorso con un concordato o una vendita, ha lasciato esterrefatte tutte le maestranze che in tutti questi anni hanno sempre considerato la famiglia Dukvecich garanzia del loro futuro”.

“La Flai nei territori di Parma, Vicenza, Trieste, Udine ha chiesto – spiega Bermani – di capire cosa sta succedendo in tavoli di confronto dove si porta il nostro contributo per la salvaguardia occupazionale. Si ricorda anche che, nel rispetto delle norme contrattuali vigenti, il Gruppo Kipre dovrebbe costruire un tavolo nazionale, perché situazioni così annunciate non possono creare lavoratori di serie B, pertanto vi chiediamo un incontro. Tutti i lavoratori hanno il diritto di sapere cosa è successo e tradurre al meglio le volontà del Gruppo per ribadire ancora una volta che sono le braccia del loro lavoro quelle che in tutti questi anni hanno fatto diventare grande questo Gruppo”.