Fermo pesca 2022, Fai, Flai e Uila pesca: “20,60 euro di indennità giornaliera non bastano. Riaprire subito il tavolo di governo sulla Cisoa”

“E’ ora di riaprire il tavolo con il ministero del lavoro per attivare la Cisoa pesca, come del resto già chiesto al ministro del lavoro Calderone a inizio anno, il 12 gennaio”, dichiarano Patrizio Giorni della Fai Cisl, Antonio Pucillo della Flai Cgil ed Enrica Mammucari della Uila Pesca. “Non è più pensabile indennizzare una giornata di lavoro di un pescatore con 20,60 euro, così come si evince dal comunicato del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, aggiungono i sindacalisti. “Soprattutto dopo un intero anno di attesa, visto che l’indennità si riferisce al fermo biologico del 2022, obbligato dalle normative europee, che riconosce un’autentica miseria per una giornata di lavoro”. “Crediamo e siamo fermamente convinti – spiegano Giorni, Pucillo e Mammucari – che sia arrivato il momento di dotare anche il settore della pesca di un ammortizzatore sociale strutturato, che riconosca ai lavoratori un’indennità giornaliera dignitosa, anche per rilanciare e sostenere un comparto che sempre di più si trova in difficoltà, per effetto delle restrizioni all’attività di pesca imposte dall’Unione europea, e per la mancanza di ricambio generazionale. Ovviamente non è l’unico elemento utile al rilancio del settore, perché non possiamo tralasciare il fatto che non viene applicato il Testo unico sulla sicurezza, il decreto legge 81 del 2008, che la pesca non è considerata un lavoro usurante e che ancora non c’è la definizione di un percorso per il riconoscimento delle malattie professionali. Questi secondo noi – concludono i sindacalisti – sono i punti su cui aprire un confronto con il governo, sempre se siamo tutti convinti che questo antico mestiere vada salvato e salvaguardato”.  

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