Ero straniero – l’umanità che fa bene, l’intervento della Flai a vent’anni dalla Bossi – Fini

A vent’anni dalla legge “Bossi-Fini” in Senato si fa un bilancio. Il convegno “Immigrazione tra lavoro e diritti: una riforma necessaria”, organizzato dalla campagna “Ero straniero”, è stata l’occasione per un confronto approfondito sui limiti del sistema attuale e sulle potenziali opportunità di una gestione totalmente diversa. E’ Laura Hardeep Kaur, sindacalista Flai Cgil di Latina Frosinone, a raccontare come il sindacato dell’agroindustria sia diventato un punto di riferimento per lavoratrici e lavoratori agricoli della pianura pontina, più volte finita sotto i riflettori dei media per storie di ordinario sfruttamento. “Buste paga di quattro, cinque giornate a fronte di un mese intero di lavoro, ricattati dei caporali – racconta – e sto parlando dei più fortunati, quelli che un posto di lavoro e un permesso lo hanno”. “In presenza dei requisiti per poter accedere alle domande di regolarizzazione – spiega la sindacalista della Flai – non abbiamo comunque certezze sui tempi. Ci danno appuntamenti a nove mesi per le richieste di un permesso di soggiorno. Una beffa”. Le parole di Laura denunciano una vera e propria economia sommersa, “mafia capitale aveva capito benissimo che con l’immigrazione si può guadagnare più che con la droga”. Con il Sindacato di strada la Flai Cgil sta percorrendo l’intera penisola, la Bossi-Fini e il Decreto flussi hanno complicato moltissimo la vita dei lavoratori immigrati, “loro ci fanno ogni tipo di domanda. Ad esempio, come dovrebbe fare un datore di lavoro a presentare richieste lavorative per chi sta dall’altra parte del mondo e non parla una parola di italiano? Non sono numeri ma persone in carne e ossa”. Uscire dalla gestione emergenziale significa guardare al futuro. Perché il futuro è nel melting pot, nell’incontro fra tradizioni e culture diverse.

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