Decreto Flussi, Bilongo Flai Cgil: “Si può e si deve fare di più. Ancora troppo lavoro sfruttato, sommerso”

“Dall’analisi del decreto flussi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdì scorso, emergono varie criticità – osserva Jean-René Bilongo, capo dipartimento politiche migratorie e inclusione Flai Cgil, a margine dell’evento ‘Changes, gestione della manodopera in vigna: fenomeno, problematiche e possibili soluzioni’, organizzato dal Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio tutela Roero presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino. “In primo luogo – spiega Bilongo – il decreto va nel solco dell’anomalo meccanismo della programmazione transitoria, che da più di 15 anni sopperisce alla programmazione triennale. Sul fronte degli ingressi per lavoro stagionale in agricoltura – aggiunge Bilongo – appare fuori luogo l’enfasi sulla presunta novità del decreto, e cioè la necessità che il datore di lavoro, prima dell’invio della richiesta di nulla osta, verifichi con il Centro per l’Impiego competente che non vi siano lavoratori già presenti sul territorio nazionale disponibili a ricoprire il posto di lavoro per cui viene fatta la chiamata diretta dall’estero”. “Bisogna ricordare che il Testo Unico Immigrazione, da cui discende il decreto flussi, prevede tutta una serie di discussioni preliminari con le realtà interessate al fenomeno, comprese le organizzazioni sindacali. Ancora una volta questo passaggio viene disatteso. Inoltre va rimarcato che l’ingresso dei lavoratori stagionali stranieri in Italia è solo l’inizio di un iter che poi si perfeziona con la stipula del contratto di soggiorno presso lo Sportello Unico Immigrazione, presupposto essenziale per il rilascio del permesso di soggiorno. Poiché l’intero procedimento è in capo al datore di lavoro, non espletare quegli adempimenti a favore del lavoratore è sinonimo di sfruttamento”. Il presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto, all’indomani della pubblicazione del sesto rapporto agromafie e caporalato osserva come “lo stato dell’arte sia suffragato dalle rilevazioni statistiche della Flai Cgil: alcuni ‘paesi privilegiati’, quindi con accessi preferenziali al meccanismo dei flussi stagionali per l’agricoltura, computano delle ULA-Unità di Lavoro Annuo incongruamente basse rispetto alle quote consentite. Questo a causa, appunto, del mancato completamento degli adempimenti, con il conseguente scivolamento dei lavoratori nella spirale dell’invisibilità.

Un altro elemento di criticità riguarda la sistemazione alloggiativa. Si tratta di un preciso obbligo in capo al datore di lavoro. Purtroppo, dalla nostra pratica di sindacato di strada emerge un quadro avvilente: la Flai incontra sistematicamente lavoratori che avrebbero diritto a un alloggio nei ghetti e negli accampamenti rurali informali, luoghi in cui non dovrebbero trovarsi”.

“Altro punto debole raccolto dagli sportelli Flai nei paesi di provenienza – prosegue il responsabile politiche migratorie – riguarda la tempistica per gli ingressi. Sono necessari interventi urgenti per rendere fisiologici i tempi di rilascio del visto presso le ambasciate e i consolati italiani. Non di rado gli appuntamenti vengono fissati a distanza di mesi e, in alcuni casi, oltre la scadenza dello stesso nulla osta, svuotandolo di efficacia. E’ una crepa nella quale si inseriscono i trafficanti di esseri umani con i loro schemi alternativi.

Il decreto flussi resta uno strumento prezioso per gli ingressi legali, ma ha bisogno di essere seguito in tutti i suoi adempimenti, a tutti i livelli”.

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