Comunicato UNIONZUCCHERO – CGBI – FAI CISL – FLAI CGIL – UILA UIL

Legge di Stabilità. Filiera bieticolo-saccarifera profondamente delusa: ancora una volta non rispettati gli impegni dello Stato verso un settore strategico in difficoltà.

L’intera filiera bieticolo-saccarifera italiana insieme alle organizzazioni dei lavoratori prende atto con profonda delusione della mancanza all’interno della Legge di stabilità di quanto ancora dovuto dallo Stato Italiano agli operatori del settore, agricoltori ed industria, e risalente ancora agli anni 2009 e 2010.

Giova ricordare che in quegli anni, immediatamente successivi alla riforma comunitaria del 2006, le scelte di investimento da parte degli operatori del settore furono guidate anche dalla certezza di poter contare sulle risorse finanziarie assicurate dal Governo italiano ed espressamente autorizzate dal Regolamento UE.

Il settore saccarifero italiano ed europeo è in un momento di svolta, alla vigilia della fine del sistema delle quote, e sta affrontando il più grande periodo di crisi da quando esiste una produzione italiana, con prezzi di vendita che sono i più bassi degli ultimi 30 anni come riportato dai dati ufficiali della Commissione europea.

Dopo i precisi impegni dal Governo e dal Ministro Martina, quanto meno per uno stanziamento di una quota dei 46 milioni di euro ancora dovuti al settore, questa Legge di stabilità poteva rappresentare una opportunità per dare un segnale positivo, concreto e responsabile verso un settore strategico per il Paese, per l’approvvigionamento dell’industria alimentare nazionale, che ha un decisivo valore per la rotazione della coltura e per l’occupazione.

Il segnale atteso non è arrivato e questo nonostante i ripetuti atti formali da parte del Governo, in sede parlamentare, di Comitato interministeriale bieticolo-saccarifero ed il sostegno unanime delle Regioni interessate dalla produzione bieticola italiana e dei Parlamentari della Commissione Agricoltura di Camera e Senato. Le conseguenze del mancato rispetto degli impegni presi stanno aggravando la crisi di settore, con ripercussioni drammatiche sulla competitività del sistema delle imprese e una vera e propria emorragia occupazionale.

Tutta la filiera ha effettuato ingenti investimenti per aumentare la competitività ed affrontare le sfide che il nuovo contesto di mercato necessita, ma è necessario che anche che le Istituzioni le siano affianco, con l’obiettivo di difendere una produzione strategica e i posti di lavoro connessi.

Ci aspettiamo ora che questa mancanza del Governo possa essere corretta concretamente nel corso dell’iter parlamentare, grazie anche al sostegno di tanti parlamentari che in più occasioni si sono espressi a favore della chiusura di un debito pluriennale nei confronti del settore.

 

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