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Caporalato, Mininni: Dal Tavolo interministeriale alcuni passi avanti, ma risposte inaccettabili su ispezioni, prevenzione e insediamenti abusivi

Caporalato, Mininni: Dal Tavolo interministeriale alcuni passi avanti, ma risposte inaccettabili su ispezioni, prevenzione e insediamenti abusivi

Il 31 luglio si è riunito, dopo la sollecitazione di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, il Tavolo tecnico interministeriale contro lo sfruttamento in agricoltura al quale hanno partecipato i ministri Calderone, Lollobrigida e Piantedosi. Presenti anche il Commissario straordinario per il superamento dei gli insediamenti abusivi Falco e i rappresentanti di organizzazioni datoriali, di Inps, forze dell’ordine, Ispettorato del lavoro, Agea. L’ultima riunione del Tavolo risale ad un anno fa, dopo l’uccisione di Satnam Singh nell’Agro Pontino.

«Era importante fare il punto sulle misure annunciate nella precedente convocazione, per valutarne la reale applicazione e l’efficacia. Riteniamo positivi i primi passi in avanti nell’applicazione della condizionalità sociale della Pac e l’annuncio dei primi tentativi di utilizzo incrociato dei dati degli organi preposti ai controlli, ma non possiamo non denunciare che le ispezioni siano ancora insufficienti e che siano ancora da completare le convenzioni necessarie per permettere ad Agea di verificare che i fondi europei non siano erogati a chi non rispetta le norme relative alle condizioni di lavoro», dichiara il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni.

«Abbiamo appreso poi – prosegue Mininni – che non sono stati definiti i criteri per l’istituzione della Banca dati degli appalti in agricoltura, annunciata oltre un anno fa e che saranno oggetto di un nuovo incontro con le parti sociali a settembre, chiediamo dunque che si arrivi celermente a rendere operativo questo strumento, così come sollecitiamo l’insediamento e l’operatività in tutte le province delle Sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. È infatti quello il luogo deputato a definire, anche attraverso convenzioni predisposte dalla Cabina di regia nazionale con Enti bilaterali agricoli ed altre realtà previste dalla legge 199, strategie per sostenere i Centri per l’impiego nell’intermediazione del lavoro, per coordinare interventi su trasporti, alloggi e prevenzione dello sfruttamento. Per fare ciò servono nuove leggi».

«Rispetto al tema degli alloggi, registriamo dal Commissario Falco che al momento saranno spesi solo 24 milioni di euro dei 200 stanziati dal Pnrr per il superamento dei ghetti, che finanzieranno 11 progetti per un totale di 700 posti letto – commenta ancora il segretario generale -. Inoltre Falco ci ha comunicato che col decreto Caivano bis saranno messi in campo altri progetti per un totale di ulteriori 500 posti letto. Pur riconoscendo il notevole sforzo messo in campo dal Commissario, chiamato un anno fa al non facile compito di trovare soluzioni che rendessero attuabili i 37 progetti previsti, riteniamo inaccettabile che si possa perdere un’occasione unica come quella concessa dal Pnrr, lasciando sopravvivere in condizioni vergognose migliaia di lavoratori e lavoratrici agricole nei ghetti in tutto il Paese, come in quelli di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci nel Foggiano. La responsabilità di questo ritardo è pienamente del governo, che ha fatto trascorrere troppo tempo prima di affrontare il tema. La proposta che è stata avanzata di affidare alle aziende agricole una parte delle risorse, affinché si occupino di realizzare posti letto per lavoratori agricoli, per quanto possa essere utile non risolverà comunque il problema degli insediamenti informali, obiettivo dell’intervento del Pnrr».

«Per quanto riguarda infine le politiche migratorie – chiosa Mininni -, nonostante i passi avanti fatti in tema di accesso all’assegno di inclusione per chi denuncia sfruttamento, la possibilità introdotta dal dl 145 di trasformare i permessi stagionali in permessi per lavoro subordinato e l’importante introduzione dei permessi speciali per sfruttamento previsti dal Testo unico sull’immigrazione, riteniamo inaccettabile che si chiudano gli occhi davanti alle migliaia di persone che, vittime delle maglie dei decreti Flussi, si trovano a vivere qui e a lavorare loro malgrado in condizioni di irregolarità e di invisibilità, in balia di criminali e sfruttatori; non è rinviabile un intervento in tal senso se vogliamo davvero togliere spazio all’azione dei caporali e alle aziende che competono illegalmente sfruttamento il lavoro».

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