Ancora un morto sul lavoro a Lodi, Fiatti, Flai Cgil: “Sabato saremo a Latina, adesso basta. Modello produttivo sbagliato”

Semeraro, Flai Lombardia: “Se piccoli passi verso la cultura della sicurezza, ancora ampiamente insufficienti, nell’industria sono stati fatti, nel mondo agricolo siamo all’anno zero”

Un altro morto sul lavoro a Brembio, nel lodigiano. Aveva appena 18 anni Pierpaolo Bodini, rimasto schiacciato dalla caduta di un componente di una macchina seminatrice. “Il nostro più profondo cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia per l’ennesima tragedia sul lavoro – dichiara Davide Fiatti, segreteria nazionale Flai Cgil – nemmeno ventiquattr’ore dopo quella di Latina, costata la vita a Satnam Singh, abbandonato agonizzante su una strada, piangiamo un’altra giovane vita spezzata. Non è più sufficiente ripetere ovvietà del tipo ‘i colpevoli dovranno essere perseguiti’. Ci mancherebbe altro, la magistratura farà il suo lavoro. Non esistono deroghe, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, nel mondo agricolo come in tutti gli altri settori, deve essere al centro di una vera e propria rivoluzione che metta in discussione un modello produttivo profondamente sbagliato. Non si può andare avanti allungando il macabro bollettino degli omicidi bianchi. Schiavizzati lungo l’intera penisola, stranieri e italiani, con l’ulteriore aggravante per i migranti di dover subire condizioni di lavoro inaccettabili perché privi di documenti in regole nelle pieghe di una legge, la Bossi Fini, indegna di un paese civile, si esce per andare a lavoro, si raccolgono frutta, ortaggi, verdure di eccellenza e si rischia di non tornare a casa. Sabato pomeriggio (ore 17) saremo in piazza a Latina per ribadire ancora una volta adesso basta”. “Se piccoli passi verso la cultura della sicurezza, ancora ampiamente insufficienti, nell’industria sono stati fatti, nel mondo agricolo siamo all’anno zero – aggiunge il segretario generale della Flai Cgil Lombardia, Alberto Semeraro – nonostante questo settore coinvolga centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori nel nostro pase. Dobbiamo cambiare passo”.  

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