Fu da bracciante e tra i braccianti che compì le sue prime esperienze di lotta. Durante tutta la sua vita e sua la attività da dirigente sindacale mantenne con i lavoratori della terra e con le loro aspirazioni un legame fortissimo, che si tradusse nella necessità di saldare in un unico fronte di lotta tutti i lavoratori occupati e disoccupati, braccianti e operai, per la conquista di migliori condizioni di lavoro e di vita.
Poche ore prima di morire pronunciò il suo celebre ultimo discorso. Parole ancora, drammaticamente, attuali: “La lotta per l’unità è un aspetto fondamentale della lotta di classe […] è il padronato che ha interesse a dividere i lavoratori, a provocare le scissioni e renderle insanabili, e più è divisa la classe operaia più è debole, più il padrone può esercitare il suo predominio. […] È giusto che in Italia, mentre i grandi monopoli continuano a moltiplicare i loro profitti e le loro ricchezze, ai lavoratori non rimangano che le briciole? E’ giusto che il salario dei lavoratori sia al di sotto dei bisogni vitali dei lavoratori stessi e delle loro famiglie, delle loro creature? E’ giusto questo? Di questo dobbiamo parlare, perché questo è il compito del sindacato”.
Quel giorno di 65 anni fa la classe operaia e tutto il mondo del lavoro in lutto per la scomparsa del compagno Di Vittorio.
a cura dell’Archivio Storico Donatella Turtura