Gruppo Cremonini, un accordo che farà strada

Gruppo Cremonini, un accordo che farà strada

Tre intese firmate da Flai, Fai e Uila: vengono internalizzate le attività, si applicherà a tutti il contratto dell’industria alimentare. Paolella, Flai: «Dal rinnovo del contratto nazionale c’è stata una svolta nelle relazioni sindacali»

Un accordo importante è arrivato nel settore delle carni che potrà fare da apripista nel prossimo futuro. Il gruppo Cremonini internalizza le attività e il contratto nazionale dell’agroalimentare verrà applicato a tutti i lavoratori e lavoratrici: questo il senso dell’intesa firmata da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil.
Nello specifico, i sindacati di categoria hanno siglato tre accordi con il gruppo, che valorizzano e rafforzano un sistema di relazioni sindacali positivo a livello nazionale e rappresentano un ulteriore salto di qualità per gli addetti.

Col primo accordo è stato definito un percorso che condurrà, entro ottobre 2025, all’internalizzazione da parte della controllata Inalca Spa di tutte le attività in precedenza date in appalto alla società Ges.Car Srl. A questo scopo è stata condivisa un’armonizzazione contrattuale che permetterà di applicare agli oltre 1.500 dipendenti ex Ges.Car il Ccnl dell’industria alimentare, includendo tutti gli addetti delle aree logistica e magazzino e sanificazione impianti, migliorando così le tutele normative e salariali. Una scelta «fortemente voluta da Fai-Flai-Uila – spiega una nota congiunta – che porterà, in breve tempo, all’applicazione di un unico contratto collettivo nazionale in una delle principali aziende di macellazione e trasformazione delle carni a livello italiano ed europeo».

Il secondo accordo istituisce, per la prima volta, il coordinamento nazionale delle rappresentanze sindacali di Fai, Flai e Uila del gruppo, realizzando così un sistema di relazioni sindacali virtuoso che incrementa il livello di informazione e consultazione. E creando i presupposti per una futura contrattazione di secondo livello.

Infine, la terza intesa affronta in maniera innovativa e condivisa il tema della formazione e delle competenze, impegnandosi a realizzare una “Scuola di formazione e lavorazione carni e derivati”, stabile e strutturata. L’obiettivo qui è promuovere e diffondere corsi specifici e professionalizzanti, volti a mantenere e accrescere le competenze di chi è attualmente assunto dal gruppo, ma anche per chi intenda maturare nozioni per operare nel settore.
Gli accordi, spiegano le sigle, «testimoniano ancora una volta come il dialogo e il confronto positivo con le organizzazioni sindacali possano portare al raggiungimento di importanti miglioramenti ed equità normative e salariali per le lavoratrici e i lavoratori e, allo stesso tempo, incrementare le opportunità di crescita e di sviluppo delle aziende».

A commentare lo scenario con Collettiva è il segretario nazionale della Flai, Angelo Paolella: «I contenuti dell’accordo sono sempre stati una rivendicazione della Flai: internalizzare tutti i lavoratori. L’altro elemento di importanza fondamentale è che verrà internalizzata anche la movimentazione merci e la sanificazione, applicando a tutti il contratto dell’industria alimentare. Si tratta – spiega – di una battaglia strategica e di ricomposizione sociale del lavoro. Questo accordo dimostra che anche nel settore carni le aziende possono competere e stare sul mercato, aumentando le tutele sia normative che economiche delle lavoratrici e dei lavoratori».

Uscendo dai singoli accordi poi la questione è più complessiva, aggiunge Paolella: «Ne abbiamo discusso spesso a livello europeo, che nel settore delle carni c’è un problema di competizione al ribasso sul costo del lavoro, per questo la valenza del testo è particolarmente importante, per dare giusti diritti e tutele a chi lavora. È stato un lavoro politico importante: Cremonini era l’azienda più importante appartenente ad una delle tre associazioni datoriali che nel 2020 non firmarono il contratto nazionale. Poi il rinnovo contrattuale 2023 – partito in salita con la richiesta delle tre associazioni di un contratto di settore separato – è stato firmato un contratto unico dell’industria alimentare il 1° marzo 2024 con tutte le 14 associazioni del settore».

Insomma, dopo un passato di relazioni industriali più turbolente «ora c’è stata una svolta nei rapporti tra imprese e sindacati, che sarà importante anche per il prossimo contratto nazionale dell’industria alimentare – conclude -: continuiamo a puntare su relazioni di qualità». Come dimostrano le firme del gruppo Cremonini, il Ccnl arrivato nel 2024 ha creato le basi per una prospettiva presente e futura più virtuosa.

Emanuele Di Nicola
L’articolo è stato pubblicato su Collettiva.it l’8 aprile 2025

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