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Celebrare le lotte di ieri per alimentare le odierne: la nuova tarsia di Rita Turri per la Flai

Celebrare le lotte di ieri per alimentare le odierne: la nuova tarsia di Rita Turri per la Flai

A partire da una fotografia del 1958 conservata nell’archivio storico della categoria sindacale, che mostra i festeggiamenti per la vittoria di una vertenza delle braccianti ferraresi, l’artista specializzata nell’intarsio ha realizzato un’opera ora esposta nella sede della Scuola politico sindacale Flai Metes

Il rapporto tra il sindacato e il mondo dell’arte è stato storicamente ricco di momenti di collaborazione e reciproca ispirazione. Gli artisti, con le loro opere, sono da sempre dei preziosi alleati per diffondere, valorizzare e far conoscere gli ideali di giustizia sociale e solidarietà e la loro vicinanza al mondo del lavoro ha dato voce e colore alle lotte dei lavoratori e alle istanze popolari.

Nel corso del Novecento, soprattutto in periodi di forte mobilitazione sociale come, ad esempio, le occupazioni delle terre degli anni Cinquanta, l’arte è diventata uno strumento potente e insostituibile per narrare e sostenere queste rivendicazioni sindacali. La storia è inoltre ricca di esperienze di cui furono protagonisti pittori come Zancanaro e Treccani che spesso si recavano nelle cascine e soggiornavano con le lavoratrici e i lavoratori per prendere ispirazione per i loro dipinti.

Sull’importanza dell’arte e della cultura, nel 1953, in occasione del Congresso della cultura popolare, fu proprio Giuseppe Di Vittorio a rifiutare il pregiudizio secondo il quale l’accesso alla cultura doveva essere riservato ad un’élite, ad una cerchia ristretta di persone, lanciando il messaggio opposto: l’arte è uno strumento autentico di riscatto sociale e, pertanto, deve essere accessibile alle masse lavoratrici.

In epoche più recenti le diverse espressioni artistiche – murales, manifesti, canzoni, teatro, cinema e fotografia – hanno contribuito a raccontare scioperi, a denunciare condizioni di lavoro, a celebrare conquiste ottenute.

Testimonianza di questo prezioso rapporto radicato nel passato è la raccolta d’arte che la Flai ha ereditato da Federbraccianti e Filziat e che, negli ultimi anni, sta crescendo con il coinvolgimento di giovani artisti contemporanei, tra i quali ricordiamo lo street artist Jorit, che ha fatto entrare Argentina Altobelli e Giuseppe Di Vittorio nella sua “human tribe”, insieme alla lavoratrice agricola morta di fatica nei campi di Andria dieci anni fa, Paola Clemente.

Lo scorso 16 giugno nella sede della scuola Politico sindacale di Flai e Metes è stata presentata una nuova opera, un prezioso intarsio su legno dell’artista Rita Turri. Per la realizzazione dell’opera, che è ricca di meravigliosi dettagli, l’artista si è ispirata ad una fotografia conservata nel nostro archivio storico.

La foto dell’estate del 1958 mostra un momento di festa per la vittoria di una importante vertenza delle braccianti della provincia di Ferrara. Gli agrari, nel mese di maggio, decisero di disdire i contratti di compartecipazione e di abolire o comunque peggiorare i contratti di lavoro esistenti, con richieste che prevedevano anche il taglio dei salari e dei diritti acquisiti. La Federbraccianti inizialmente tentò la via della trattativa, ma l’intransigenza degli agrari rese inevitabile lo scontro.

In un articolo pubblicato nel secondo numero della “Rivista” Federbraccianti leggiamo: «Ancora una volta le campagne ferraresi sono teatro di lotte dure e scontri violenti. Da oltre un mese è in atto una battaglia che vede schierati da una parte i 72.000 braccianti, compartecipanti, uniti ai salariati fissi e ai contadini, e confortati dalla piena e consapevole solidarietà di tutti i cittadini, e dall’altra l’ala più reazionaria dell’agraria locale sostenuta dalla Confida. Durante questo mese i lavoratori sono passati da manifestazioni di protesta a forme di lotta sempre più decise fino ad arrivare alla proclamazione dello sciopero a tempo indeterminato in tutte le aziende capitalistiche. La lotta si intensifica particolarmente in questi giorni poiché i braccianti si apprestano a resistere ed a sferrare un colpo decisivo nel corso della raccolta del grano. Percorrendo le campagne ferraresi si avverte nell’aria una grave tensione; il movimento di lavoratori è enorme. Le aziende agrarie sono vigilate da gruppi di braccianti in bicicletta che si avvicendano in tutte le ore del giorno e della notte. Le Leghe sono permanentemente aperte e vedono continuamente raccolti centinaia di lavoratori intenti a discutere e pronti ad intervenire per sventare ogni atto di crumiraggio».

Dopo oltre 40 giorni di sciopero, i braccianti riuscirono a piegare l’atteggiamento dell’agraria, ottenendo il rinnovo dei contratti di compartecipazione, il rinnovo dell’imponibile, un aumento dei salari e miglioramenti nelle condizioni di lavoro, soprattutto nel settore ortofrutticolo.

La storia di questa vertenza, insieme alle altre innumerevoli lotte condotte dai lavoratori e delle lavoratrici agricole, è l’ennesima testimonianza che senza la mobilitazione dei lavoratori non è possibile alcun avanzamento o miglioramento. La vittoria è sempre possibile se c’è la coesione dei lavoratori, la solidarietà e il giusto spirito combattivo.

Valeria Cappucci

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