STOP GENOCIDIO

Bari, i pescatori raccolgono anche le firme per i referendum della Cgil

Il lavoro deve essere dignitoso, sicuro, adeguatamente pagato, i pescatori lo rivendicano mentre raccontano ad Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca della Flai, ad Anna Lepore e Maria Viniero, Flai Bari, le annose difficoltà del settore, accentuate dal fermo pesca obbligatorio e dai ristori troppo bassi nei periodi di stop di legge

Nel giro d’Italia delle marinerie, la Flai Cgil fa tappa a Bari. Un incontro partecipato e coinvolgente, come sempre accade quando il sindacato arriva in Puglia. E c’è una novità, nella sede della Cooperativa tra Pescatori in via Lungaraporto, Mola di Bari, si raccolgono le firme per i quattro referendum della Cgil. Il lavoro deve essere dignitoso, sicuro, adeguatamente pagato, i pescatori lo rivendicano mentre raccontano ad Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca Flai Cgil Nazionale, alla segretaria generale della Flai di Bari, Anna Lepore, e Maria Viniero della segreteria Flai le annose difficoltà del settore, accentuate dal fermo pesca obbligatorio, e dai ristori troppo bassi nei periodi di stop di legge. La pesca è un patrimonio anche di storia e di cultura troppo importante per essere abbandonata a se stessa, va salvata, così come vanno salvati nuovi e vecchi e diritti dei nuovi e vecchi lavori, grazie all’iniziativa referendaria della Cgil, quella campagna ribattezzata delle 4 “i”: illegittimo come il licenziamento senza reintegra per effetto delle tutele crescienti; ingiusto come il massimale per i licenziamenti illegittimi nelle imprese sotto i 16 dipendenti; immotivato come il contratto di lavoro a tempo determinato senza causali; impunito come nei casi di deresponsabilizzazione del committente quando ci sono infortuni sul lavoro nella catena degli appalti. Insomma, c’è tanto pesce sulla brace.       

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