STOP GENOCIDIO

Pesca, costrinse Samba a gettarsi dal peschereccio per evitare i controlli, condannato a un anno e due mesi

Pucillo, Flai Cgil: “Bene. Un bel lavoro di squadra che ha permesso di punire un abuso contro il lavoro e il lavoratore”

Condannato Andrea Caroti per aver costretto, nel 2016, il marinaio Seydi Samba a gettarsi in mare dal peschereccio sul quale stava lavorando abusivamente per evitare i controlli di una motovedetta della Capitaneria di porto. Caroti era imputato anche per aver fatto successivamente pressione su Samba affinché rilasciasse una testimonianza mendace. Il giudice del Tribunale di Livorno nell’udienza del 18 marzo ha condannato l’imputato ad una pena di 1 anno e due mesi, sospesa a patto che siano pagati i risarcimenti dovuti.

Nel quadro delle indagini è emerso inoltre con chiarezza un diffuso quadro di sfruttamento verso Samba e altri marinai che lavoravano sul peschereccio di Caroti. Non basta, l’imputato corrispondeva ad almeno 4 lavoratori extracomunitari impiegati sul proprio peschereccio retribuzioni palesemente difformi dai Ccnl e in ogni caso inadeguate alla quantità e tipologia del lavoro svolto. Retribuzioni inferiori a quelle di altri lavoratori di nazionalità italiana impiegati nel medesimo peschereccio, violando la normativa in fatto di ferie, orario di lavoro, riposo settimanale.

L’applicazione dell’articolo 603 comma 1 bis del codice penale – che punisce chi utilizza assume o impiega manodopera anche attraverso l’attività di mediazione sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno – rappresenta un risultato importante e soprattutto il primo caso di applicazione nell’ambito della pesca.

“Bene che trionfi la giustizia – commenta Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca della Flai Cgil – una vittoria che ha visto la Flai di Livorno, con l’allora segretario generale Michele Rossi, costituirsi parte civile nel 2019, ritenendo che le condotte dell’imputato danneggiassero anche la stessa organizzazione sindacale, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei pescatori. Un abuso verso il lavoro e il lavoratore punito anche grazie all’instancabile impegno degli avvocati Del Carlo e Toni. Un ringraziamento alla Flai Toscana, alla Cgil Toscana, a Libera che non hanno mai lasciato solo Samba in tutti questi anni con un sostegno morale e materiale. E’ il primo caso del genere in un settore come quello della pesca che va giustamente attenzionato”.

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