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Che la pietà non vi rimanga in tasca. Fuori la guerra dalla storia

Che la pietà non vi rimanga in tasca. Fuori la guerra dalla storia

Mininni: “Siamo qui per chiedere ancora una volta che si applichino le risoluzioni delle Nazioni unite. A partire dal riconoscimento della Palestina e della richiesta generalizzata che ci siano due popoli e due stati”

“Che la pietà non vi rimanga in tasca”, il verso di Fabrizio De Andrè diventa oggi un ammonimento, un messaggio urbi et orbi, nel giorno in cui migliaia e migliaia di donne e uomini di ogni età inondano le vie e le piazze più belle della città eterna. Un corteo lunghissimo anche commovente. Un bambino porta un cartello con scritto quello che deve essere: “Ogni bambino ha il diritto di giocare”. La signora che si ferma per fotografarlo si commuove. Si condanna, senza appello e senza alcuna attenuante, l’inaccettabile che va in scena non da mesi ma da molti anni in un lembo di terra che invece dovrebbe essere consacrato alla pace, nell’incontro delle tre principali religioni monoteiste del pianeta. Tante le bandiere rosse, tante le bandiere arcobaleno, tante le bandiere palestinesi. “Siamo qui per chiedere ancora una volta che si applichino le risoluzioni delle Nazioni Unite – dice Giovanni Mininni, segretario generale della Flai – a partire dal riconoscimento della Palestina e della richiesta generalizzata che ci siano due popoli e due stati. Questo può avvenire solo fermando immediatamente il massacro che si sta perpetrando nella striscia di Gaza”. Decine di migliaia di voci sono una sola voce e una sola parola: Pace. Sono soddisfatti gli organizzatori della manifestazione, riuniti nella Coalizione AssiPaceGiusta, la confederazione è al gran completo, continua a camminare sul sentiero della Via maestra, una strada che non ha mai abbandonato negli ultimi tragici anni che stiamo vivendo. Fuori la guerra dalla storia.  

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