Mille fiaccole davanti all’ambasciata iraniana per illuminare il buio che toglie la libertà alle donne

Dietro l’ideale striscione ‘donna, vita, libertà’ si alternano le testimonianze di giovani ragazze iraniane, afghane, ucraine, siriane, dei tanti paesi dove i diritti vengono negati. Testimonianze scritte, lette da loro coetanee di Cgil, Cisl e Uil perché il sindacato difende da sempre i più elementari valori della libertà di espressione, del diritto a studiare, lavorare, costruire un progetto di vita. Davanti all’ambasciata iraniana anche i segretari generali delle tre confederazioni, Landini, Bombardieri e Sbarra, perché è insensato perseguitare, fino ad arrivare a uccidere come ha fatto la cosiddetta ‘polizia morale’ di Teheran, una ragazza di vent’anni solo per un ciuffo ribelle di capelli che usciva dal velo. Le proteste che stanno andando avanti da mesi, in Iran come in tanti altri paesi. Ci sono linee che non possono essere oltrepassate, e quello che è successo in un paese che pure ha un storia millenaria come l’antica Persia grida vendetta al cielo. Le leggi della sharia care alle dottrine più retrive della religione islamica vanno tagliate come le ciocche che continuano ad essere tagliate da migliaia e migliaia di donne, ed anche da molti uomini che hanno compreso cosa voglia dire dover vivere ogni giorno con la paura di essere perseguitati. Il movimento sindacale difenderà sempre le donne, le lavoratrici e le loro battaglie civili che appartengono a tutti noi. Si fa sera e alla luce delle fiaccole anche Lia Trofin della Flai legge la testimonianza di una sua coetanea priva delle libertà più elementari. Non le lasceremo mai sole.

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