Flai Cgil al forum agroecologia di Legambiente per una transizione ambientale, energetica nel rispetto dei diritti sociali e del lavoro

Agroenergie, filiere made in Italy sostenibili e biologico al centro per una transizione ambientale, energetica e sociale del modello agricolo. Spinta su agrivoltaico e rinnovabili, riduzione del 62% dell’uso della chimica di sintesi, Piano strategico nazionale Pac in linea con strategie Ue, adozione di un nuovo Piano di Azione Nazionale e approvazione della legge contro le agromafie. Tutti temi di cui si è discuso al IV Forum nazionale sull’Agroecologia Circolare di Legambiente, a Palazzo Falletti a Roma. Un appuntamento che ha riunito i principali stakeholders del settore, tra aziende, consorzi, soggetti istituzionali, politici. Intervenuto anche Jean René Bilongo, presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto/ FLAI CGIL, per spiegare la distanza tra il sogno di un’agricoltura sostenibile, ecocompatibile e una realtà in cui esistono ancora zone d’ombra, grigie e addirittura nere. “Gironi nascosti che sembrano parti di un inferno dantesco, popolato di caporali e ghetti, insediamenti informali che sono paradigma di negazione della dignità delle persone, oltre alle più elementari necessità. Nel nostro Quaderno sulla “geografia del caporalato”– spiega Bilongo – abbiamo analizzato quelle inaccettabili derive che non sono appannaggio del Mezzogiorno come vuol far credere un certo pregiudizio concettuale, ma coinvolgono ogni regione, da nord a sud. La sofferenza occupazionale non riguarda solo gli stranieri in cerca di spazi di civiltà qui, ma anche italiani, perfino minorenni. Martedì prossimo presenteremo il VI Rapporto agromafie e caporalato, che fotografa le principali patologie del settore primario e della filiera agroalimentare. La FLAI CGIL non lesina su nulla per il definitivo superamento del complesso di criticità che il nostro Rapporto scruta da oltre dieci anni. Ci rifiutiamo di mettere la testa sotto la sabbia di fronte a quella vasta area delle tribolazioni sul lavoro”

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