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Pesca. Flai Cgil a Blue Sea Land di Mazara del Vallo con “Il nostro mare lo salvi chi può”

Domenica 20 ottobre la Flai Cgil presenta a Mazara del Vallo la ricerca “Il nostro mare lo salvi chi può”, nel contesto dell’iniziative proposte dal Blue sea Land manifestazione giunta all’ottava edizione che riunisce sindacati, istituzioni e aziende per parlare di Blue economy. Il convegno si terrà presso la Sala Consiliare, via Carmine 3 alle ore 9,30.
“Abbiamo deciso di partecipare all’iniziativa non solo per l’importanza che riveste questa manifestazione ma anche perché il tema della giornata sarà l’inquinamento da plastica: l’importanza di combatterlo e le strategie per farlo, argomenti che abbiamo affrontato nella nostra ricerca che ha visto anche la partecipazione della marineria di Mazara del Vallo”. Lo dichiara Antonio Pucillo della Flai nazionale.
“Lo studio, realizzato con il sostegno del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, nell’ambito del Piano Nazionale Triennale per la pesca e l’acquacoltura annualità 2019, ha interessato diverse marinerie italiane, in collaborazione con altrettanti equipaggi e relative imbarcazioni, per analizzare il problema insieme ad un gruppo di ricercatori durante le battute di pesca e vedere quanta plastica viene quotidianamente salpata. Il risultato – sottolinea Pucillo – non è incoraggiante: la plastica è onnipresente nel Mar Mediterraneo, insieme ad altri tipi di rifiuti. A nostro parere la situazione impone un intervento immediato per arginare gli effetti sia sull’economia della pesca che sull’ambiente, e in questa direzione i pescatori possono avere un ruolo importante se messi nella condizione di poter operare con un sistema efficace di riciclo una volta tornati in banchina. Siamo convinti del loro sostegno perché più volte ci hanno denunciato il problema e, come emerso dalla ricerca, ci sono alcune marinerie che in collaborazione con le amministrazioni locali si sono già attivate in questo senso ma bisogna creare le condizioni affinché questi interventi sporadici o parzialmente diffusi, diventino una realtà in tutte le marinerie italiane”.

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