Ricerca – L’industria casearia in Lombardia ed Emilia Romagna

Il 23 febbraio è stata presentata a Reggio Emilia la ricerca curata dall’Ires sul settore caseario in Lombardia ed Emilia Romagna in rapporto con l’intera produzione casearia nazionale.

Ricordiamo che si tratta di un comparto con circa 2.070 aziende e 30.00 addetti, per una produzione complessiva di 1.150.000 tonnellate, di cui 587.000 vengono prodotte proprio in Lombardia ed in Emilia Romagna. Di rilievo il dato sulle esportazioni, che hanno raggiunto i 2 miliardi di euro e rappresentano il 10% dell’intero ammontare dell’export alimentare, con ulteriori potenzialità di espansione.

L’iniziativa, assai partecipata, ha visto la presenza, per il Ministero delle Politiche Agricole, dell’onorevole Angelo Zucchi, che ha incentrato il proprio intervento sul cambiamento radicale che investirà il settore con la fine delle quote latte e sull’attenzione che l’Italia deve avere per i mercati esteri. Questioni che il Ministero vuole affrontare anche attraverso l’istituzione di un Tavolo tra tutti i protagonisti della filiera.

Stefania Crogi, che ha concluso i lavori, ha evidenziato come il caseario sia un settore vitale e ricco di possibilità, ma che deve fare i conti con alcune criticità: crisi dei consumi; embargo verso la Russia; prezzo del latte alla stalla e la fine delle quote latte, presenza delle private label.

“Vogliamo affrontare i problemi per tempo – ha detto il Segretario Generale della Flai – governando i processi e facendo sì che la fine delle quote latte rappresenti un’opportunità. Crediamo sia necessario investire su ricerca e innovazione, puntando alla crescita professionale dei lavoratori, nella trasparenza e regolarità del mercato del lavoro e promuovendo qualità dei prodotti che sia qualità del lavoro. In questo modo si potrà arginare anche l’incombente minaccia del crollo dei prezzi, questione che in sede di Commissione Europea viene negata o sottovalutata”.

Affrontare per tempo i problemi significa anche “fare fronte comune e in questo senso è molto positiva l’iniziativa del Ministro di mettere insieme tutti gli anelli della filiera”. I sindacati possono dare un contributo importante per un settore nel quale l’organizzazione del lavoro è caratterizzata da forte flessibilità e periodi di stress da produzione, che gravano sui lavoratori.