Sindacato di strada

Sindacato di strada

Chi lavora in agricoltura si alza prima dell’alba, percorre spesso decine di chilometri ogni giorno per raggiungere i campi e cambia datore di lavoro con grande frequenza, seguendo la stagione e le campagne di raccolta.

Il lavoro di semina, cura e raccolta è polverizzato sul territorio, spesso solitario e anche avere il tempo per riposare o per bere può diventare un lusso.

Le lavoratrici e i lavoratori stranieri sono tanti, oltre il 40%, e spesso sono chiusi nelle loro comunità con pochi contatti con l’esterno. Non conoscono quasi mai i loro diritti, non sanno che esiste il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e in molti casi sono privati dei loro stessi documenti da chi li ha portati in Italia o dai caporali che li reclutano nelle rotonde.

Anche tanti lavoratori italiani, a volte, vengono sfruttati, sottopagati e non vedono riconosciuti i loro diritti.

Nel 2009 la Flai ha deciso di avviare una sperimentazione, il Sindacato di Strada, per entrare in contatto con questi lavoratori, tutelarli e rappresentarli: un sindacato “mobile”, che ti cerca e ti raggiunge lì dove sei, uscendo dalla logica della sede sindacale “stanziale”, per superare le distanze, le difficoltà, le reticenze che spesso non permettono di avvicinarsi alle nostre sedi. 

Così è stato attrezzato il primo Camper dei Diritti, un vero e proprio ufficio mobile, in grado non solo di fornire informazioni, ma anche di fare un estratto contributivo o inviare una richiesta di assegno familiare.

Nel tempo la Flai si è dotata di altri camper che hanno cominciato a girare dalla Capitanata alla Franciacorta, da Pachino a Borgo Hermada, con un’azione quotidiana e capillare a cui sono state affiancate campagne specifiche, come:

Ognuna di esse ha avuto il senso di denunciare le criticità e le storture del mercato del lavoro in agricoltura e le inefficienze dello Stato italiano, che contribuiscono a rendere possibile lo sfruttamento dei lavoratori.

Il Sindacato di Strada è stato assunto anche dalla CGIL, nel Congresso di Bari del 2019, come pratica sindacale da estendere a tutta l’Organizzazione. 

E’ stato inoltre uno degli elementi su cui puntare nel Progetto Di.Agr.A.M.M.I. per l’inclusione sociale delle lavoratrici e dei lavoratori migranti.

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