Gli invisibili delle campagne di raccolta

Le grandi campagne di raccolta di prodotti orto-frutticoli nel nostro paese nascondono un profondo disagio per gli addetti che vi lavorano e una profonda e diffusa illegalità nei metodi di assunzione e nelle condizioni di vita degli addetti stessi.

Sono ormai anni che la FLAI-CGIL denuncia episodi di sfruttamento e propone interventi di contrasto a questi atti di schiavismo nelle campagne di tutto il paese; nei periodi delle grandi raccolte si assiste, infatti, alla deregolamentazione più completa non solo dei contratti di lavoro, ma vengono a mancare anche le più basilari norme di civiltà.
Dopo l’esperienza del sindacato di strada e la lotta per veder approvata la normativa che finalmente ha reso reato penale il caporalato, la Flai Cgil ha deciso di impegnarsi in un progetto che vuole dare assistenza a 360 gradi a tutti lavoratori, spesso di origine straniera, che sono impegnati nelle migrazioni per le grandi campagne di raccolta.

Questi lavoratori, spesso invisibili, arrivano in Italia e si spostano seguendo le attività stagionali di raccolta nelle diverse aree del paese: dalla raccolta delle angurie a Nardò alla raccolta dei pomodori nella piana della Capitanata; dalla raccolta delle olive e degli ortaggi in Salento alla raccolta delle patate e degli agrumi dei pomodori e degli ortaggi nel Siracusano; dalla raccolta delle pesche e ortaggi nel casertano alla raccolta degli agrumi nella piana di gioia tauro; dalla raccolta dei pomodori in Basilicata alla raccolta dei prodotti orticoli a Latina; dalla raccolta dell’uva in veneto alla raccolta delle mele in trentino.
Le condizioni in cui si trovano a dover lavorare e a vivere queste persone sono vergognose per un paese civile; a partire dal mancato rispetto dei contratti: senza una paga adeguata, senza orari, senza sicurezza, obbligati a comperare il trasporto dal caporale che li obbliga ad acquistare da lui il cibo e l’acqua; per finire alla mancanza del rispetto della dignità umana: abbandonati e rinchiusi in campi in cui sono assenti le basilari strutture igieniche, senza bagni, senza acqua corrente, senza elettricità, senza letti su cui riposare, rinchiusi in campi che si possono definire di sfruttamento, schiavismo e dove la violenza la fa da padrone, dove la costrizione alla prostituzione per le donne, ancor più umiliate perché ancor più deboli, è all’ordine del giorno.

La Flai nei prossimi due anni, porterà avanti un progetto per seguire questi lavoratori doppiamente migranti nei luoghi in cui lavorano e in cui si spostano durante le campagne di raccolta cercando di portare loro, non solo assistenza contrattuale, affinché possano rivendicare i loro diritti di lavoratori, ma anche assistenza e aiuto, affinché vedano finalmente rispettata la loro dignità di esseri umani.
La Flai, insieme alla Cgil e ai suoi servizi, attraverso l’utilizzo di camper attrezzati, cercherà di raggiungere questi lavoratori e lavoratrici per portar loro un’assistenza a 360 gradi, con medici, avvocati, assistenza fiscale.

Stiamo parlando di un fenomeno dal carattere esplosivo, i lavoratori stranieri coinvolti in questi fenomeni sono oltre 80.000, sono uomini e donne giunti nel nostro paese con la falsa promessa di un permesso di soggiorno e di un lavoro regolare che non è mai arrivato, abbandonati a se stessi dallo Stato e dalle istituzioni, rinchiusi in sorte di lager in cui ogni abuso da parte dei loro aguzzini è lecito; sono gli schiavi del nuovo millennio, celati all’opinione pubblica fino a quando non è troppo tardi e non è più evitabile l’insorgere di scontri e ribellioni, come accaduto negli ultimi anni.
Le necessità e i bisogni di queste persone sono molteplici, dall’assistenza sanitaria, alla necessità di trovare alloggi adeguati, di veder riconosciuti i loro diritti di esseri umani e di lavoratori e lavoratrici. La Flai ha deciso di non tirarsi indietro di fronte a questa sfida di civiltà, aprendo non solo le proprie strutture all’assistenza di queste persone, ma cercando di portare loro un supporto concreto e tangibile per dire basta a questa nuova forma di schiavitù, da qui trae origine il progetto esposto lo scorso 23 maggio insieme all’Inca e che vedrà la Flai e Inca impegnate con i camper per le campagne di tutto il paese.