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Caporalato a Palagonia (Ct), un arresto. Flai: Più controlli e sanzioni per le imprese che sfruttano i lavoratori

I finanzieri della compagnia di Paternò (Catania) sono intervenuti ieri per reprimere l’ennesimo caso di sfruttamento in agricoltura. Un cittadino è stato arrestato in flagranza di reato a Palagonia, nel Catanese, nell’ambito di controlli contro il caporalato. L’accusa nei suoi confronti è di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Le vittime – riporta oggi il quotidiano La Sicilia – sarebbero tre lavoratori agricoli di nazionalità marocchina, che arrivavano ad essere impiegati nei campi fino a 70 ore la settimana per una paga di 5 euro l’ora.

La Flai Cgil Sicilia, in una nota, «esprime soddisfazione per l’arresto di un caporale a Palagonia, elogiando il lavoro delle forze dell’ordine. Tuttavia, va sottolineato che questo arresto rappresenta solo l’ultimo anello di un sistema di sfruttamento ben strutturato».

Il sindacato richiama dunque l’attenzione «sulla necessità di affrontare le cause profonde del caporalato, promuovendo politiche che garantiscano condizioni di lavoro dignitose e tutelino i diritti dei lavoratori nel settore agricolo. La repressione del caporalato non può fermarsi agli intermediari: bisogna colpire anche le aziende che si avvalgono di questi sistemi di sfruttamento. Spesso i caporali sono solo un ingranaggio di un meccanismo più grande, in cui datori di lavoro senza scrupoli cercano di abbattere i costi sulla pelle dei lavoratori».

«Serve un rafforzamento dei controlli, sanzioni più severe per le imprese coinvolte e misure che incentivino il lavoro regolare – prosegue il comunicato della Flai Sicilia -. La legge sul caporalato ha già introdotto strumenti importanti, ma senza una reale applicazione e senza colpire la domanda di manodopera irregolare, il fenomeno continuerà a riprodursi. Le aziende che sfruttano i lavoratori non solo violano i diritti umani, ma creano anche una concorrenza sleale nei confronti delle quelle aziende agricole oneste, che con grande sacrificio rispettano le norme contrattuali e garantiscono condizioni di lavoro dignitose. Il rischio è che, senza controlli efficaci e sanzioni severe per chi sfrutta i lavoratori, il mercato finisca per premiare chi viola le regole».

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