Formazione e competenze per l’industria 4.0. Galli, competere sulla qualità e non sul costo del lavoro

“I risultati di una indagine, che verrà presentata domani nel corso del convegno “Formazione e competenze per l’Industria 4.0 nell’agroalimentare”, organizzato da Flai, Fai, Uila e Federalimentare, tra le altre cose, colgono una vistosa lacuna presente nel Piano del Governo su Industria 4.0. Mentre si è lavorato molto sugli incentivi per sostenere l’innovazione, nulla, finora, si è fatto per valutare le ricadute sulle condizioni lavorative di centinaia di migliaia di addetti”. Lo dichiara Ivana GALLI, Segretaria Generale Flai Cgil, alla vigilia del convegno “Formazione e competenze per l’industria 4.0”.

“Come ogni trasformazione importante nel processo produttivo, questa può avere due conseguenze: una negativa con l’allontanamento in massa dal lavoro delle professioni più deboli o meno compatibili con l’innovazione, l’altra una valorizzazione del lavoro che acquisisce nuove competenze in un rapporto positivo con la digitalizzazione e l’automazione intelligente. Secondo noi è da prediligere questo secondo scenario, ma per ottenere questo risultato è necessario uno straordinario piano di formazione continua che, accompagnando l’innovazione, garantisca: alfabetizzazione digitale di massa (l’età media dei nostri lavoratori supera i 45 anni), difesa delle professioni più vulnerabili, formazione e l’accrescimento di nuove competenze ed abilità. Solo così il settore agroalimentare sarà sempre più in condizione di competere, in tutto il mondo, non sul costo del lavoro, ma sulla qualità delle produzioni del Made in Italy. Ai ministri dello Sviluppo e del Lavoro vorrei dire di tenere in debito conto questa sollecitazione che viene unitariamente dalle parti sociali nazionali del secondo settore manifatturiero del Paese, un settore ormai da qualche anno leader nelle esportazioni in tutto il mondo”.

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