Gli invisibili delle campagne di raccolta

Le grandi campagne di raccolta di prodotti ortofrutticoli nel nostro paese nascondono una profonda e diffusa illegalità nei metodi di assunzione e nelle condizioni di vita degli addetti che vi lavorano.

Sono ormai anni che la FLAI-CGIL denuncia episodi di sfruttamento e propone interventi di contrasto a questi atti di schiavismo nelle campagne di tutto il paese; nei periodi delle grandi raccolte si assiste, infatti, alla deregolamentazione più completa non solo dei contratti di lavoro, ma vengono a mancare anche le più basilari norme di civiltà.

A partire dal 2012, in ampliamento all’esperienza del sindacato di strada e a supporto della normativa che finalmente ha reso reato penale il caporalato, la Flai Cgil ha deciso di impegnarsi in un progetto, “Gli invisibili delle campagne di raccolta”, per dare assistenza a 360 gradi a tutti lavoratori, spesso di origine straniera, che sono impegnati nelle migrazioni per le grandi campagne di raccolta.

Questi lavoratori, spesso invisibili, arrivano in Italia e si spostano seguendo le attività stagionali di raccolta nelle diverse aree del paese: dalla raccolta delle angurie a Nardò a quella dei pomodori in Capitanata, dalla raccolta delle olive e degli ortaggi in Salento alle patate e agli agrumi nel Siracusano, passando per le pesche e gli ortaggi nel casertano, gli agrumi nella piana di Gioiatauro, i prodotti orticoli a Latina, senza dimenticare la vendemmia in Veneto la raccolta delle mele in Trentino.
Le condizioni in cui si trovano a dover lavorare e a vivere sono vergognose per un paese civile: senza una paga adeguata, senza orari, senza sicurezza, obbligati a comperare dal caporale non solo il trasporto per raggiungere i campi, ma anche il cibo e l’acqua; abbandonati e rinchiusi in campi in cui sono assenti le basilari strutture igieniche, senza bagni, senza acqua corrente, senza elettricità, senza letti su cui riposare, dove la violenza la fa da padrone, dove la costrizione alla prostituzione per le donne, ancor più umiliate perché più deboli, è all’ordine del giorno.

Sono uomini e donne giunti nel nostro paese con la falsa promessa di un permesso di soggiorno e di un lavoro regolare che non è mai arrivato, abbandonati a se stessi dallo Stato e dalle istituzioni, rinchiusi in sorte di lager in cui ogni abuso da parte dei loro aguzzini è lecito; sono gli schiavi del nuovo millennio, celati all’opinione pubblica fino a quando non è troppo tardi e non è più evitabile l’insorgere di scontri e ribellioni, come accaduto negli ultimi anni.

La campagna è stata presentata il 23 maggio del 2012 e tra il 2012 ed il 2014 la Flai, insieme all’Inca, attraverso l’utilizzo di camper attrezzati ha raggiunto questi lavoratori e lavoratrici in tutto il Paese, portando assistenza a 360 gradi, con medici, avvocati e assistenza fiscale.

La Flai ha deciso di non tirarsi indietro di fronte a questa sfida di civiltà, aprendo non solo le proprie strutture all’assistenza di queste persone, ma cercando di portare loro un supporto concreto e tangibile per dire basta a questa nuova forma di schiavitù, affinché questi lavoratori non siano più invisibili.